Paolo Maldini, 1041 by Diego Guido

Paolo Maldini, 1041 by Diego Guido

autore:Diego Guido [Guido, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: 66THAND2ND
pubblicato: 2021-02-17T23:00:00+00:00


6. Perdente (o di fronte alla Nazionale e alle sconfitte)

«Sono il calciatore più perdente

della storia del calcio».

Una mattina d’inverno del 2020, durante una breve pausa di lavoro Maldini stava conversando in una delle sale riunioni di Casa Milan con Frederic Massara e Zvonimir Boban, i suoi colleghi allora più stretti. Massara è stato un discreto attaccante perlopiù di serie B e C, con una buona carriera da dirigente di calcio in serie A. Boban è stato molte cose tra cui un laureato in storia e il numero due della Fifa a stretto contatto con il presidente Gianni Infantino. Oltre che un dissidente politico.

Una foto di lui con la maglia numero dieci bianca e blu della Dinamo Zagabria era stata una delle micce accese verso la deflagrazione della guerra dei Balcani. Una foto in cui si trovava sul terreno del Maksimir, lo stadio di casa, portava la fascia di capitano al braccio e lanciava un calcio a un poliziotto della Repubblica federale jugoslava. L’agente stava prendendo a manganellate uno dei tifosi croati della Dinamo che, provocati dai cori e dal vandalismo di quelli serbi della Stella Rossa, avevano invaso il campo. Boban era entrato nello scontro in sua difesa. Pochi giorni prima il partito del nazionalista Franjo Tudjman era diventato il primo partito nel Parlamento croato e a quel punto era stato chiaro a tutti che Croazia e Serbia si sarebbero presto scontrate frontalmente, forse addirittura con le armi. La partita tra le squadre più importanti dei due paesi, da sempre rivali, era stata il palcoscenico perfetto su cui sfogare le tensioni politiche ed etniche. Boban era il riferimento indiscusso della Dinamo e quel giorno, per deduzione, anche di tutta la Croazia. Per questo la foto del suo calcio in pieno petto a un uomo dello Stato – uno Stato che però non sentiva più essere il suo – era stata la raffigurazione perfetta della rivolta croata verso le istituzioni jugoslave. Certificava che la disgregazione della Federazione era già in atto.

Per quel calcio Boban sarebbe stato squalificato ed escluso dalla Nazionale che un mese dopo avrebbe giocato a Italia 90 ma in Italia ci sarebbe comunque arrivato, un anno dopo. Nel 1991 il Milan lo avrebbe acquistato lasciandolo in prestito al Bari fino al 1992, quando avrebbe finalmente incontrato Maldini e iniziato a giocare con lui per la prima di nove stagioni trascorse assieme, fino al 2001. Al Milan era tornato diciotto anni dopo e per farlo aveva rinunciato alla sua prestigiosa carica ai vertici del governo del calcio del pianeta. E questo perché era stato l’amico Paolo a volerlo con sé.

Tornando a quella mattina d’inverno del 2020, al caffè con Massara e Boban, staccandosi per un momento dall’analisi dei parametri contrattuali di cui tener conto nelle trattative di mercato di quel gennaio, Maldini aveva pronunciato una frase di granito.

«A pensarci bene io sono il calciatore più perdente della storia».

Non aveva lasciato il tempo ai due di ribattere che già aveva iniziato a produrre l’elenco delle sue rovine sportive. «Ho perso tre finali di Champions League.



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